I gravi fatti di Manchester ci spingono ad una breve analisi. In un articolo del 2015, facilmente reperibile in rete, il Corriere della Sera, testata liberale per eccellenza, decantava in toni entusiastici l’imponente ondata migratoria che negli ultimi anni ha investito la Gran Bretagna, con numeri nell’ordine di almeno 40.000 persone di origine extra-UE in arrivo ogni anno, ed in costante aumento. Più precisamente Manchester, così come molte altre città britanniche, ha visto la crescita costante di popolazione musulmana dagli anni 2000 ad oggi, con documentati e frequenti scontri tra popolazione bianca e non debitamente messi a tacere dai giornali mainstream e la creazione, pochi anni fa, addirittura della Greater Manchester Police Muslim Association, un gruppo di poliziotti di origini mediorientali intenti ad occuparsi solo ed esclusivamente delle tensioni etniche cittadine. I numeri evidentemente chiariscono ancora di più la situazione: in 10 anni, dal 2001 al 2011, la popolazione musulmana a Manchester è aumentata dal 9% al 16%, con frequenti casi recenti accertati di abitanti locali divenuti foregin fighters, ovvero volontari della “guerra santa” dell’ISIS in Siria e Iraq e potenziali terroristi “di ritorno” in Europa. Non serve certo uno studioso per capire che questi dati sono pericolosamente sovrapponibili a quelli di città italiane come Brescia, in cui un’immigrazione totalmente incontrollata ha seriamente minato gli equilibri etnici, economici e sociali, e potenzialmente potrebbe creare problemi ancora più seri se permeata dall’islamismo radicale. Si dice che spesso la storia rappresenti un insegnamento per il presente: i gravi attentati in Europa degli ultimi anni per ora non lo sono stati… (altro…)
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