Avete presente le periferie multietniche delle grandi città in Gran Bretagna, Francia o Belgio? Oltre al fenomeno stesso dell’immigrazione sono divenute tali “grazie” al concetto legislativo dello “ius soli”, che dal 15 giugno potrebbe diventare realtà anche in Italia se verrà discusso ed approvato al senato dopo essere già passato alla Camera nel 2015. Lo “ius soli” in sostanza è quella legge che permetterebbe, anche in Italia, di assegnare la cittadinanza italiana ad un nuovo nato straniero con anche uno solo dei genitori in grado di esibire un diritto di soggiorno illimitato o un semplice permesso di soggiorno nell’Unione Europea. Allo «ius soli» succederebbe poi il cosiddetto «ius culturae» che consentirebbe ai minori stranieri arrivati nel nostro Paese prima dei dodici anni di diventare italiani esibendo una semplice licenza di scuola elementare. Un po’ come capitato, per fare un esempio, all’attentatore di Manchester, libico nato e cresciuto in Inghilterra. O come per le migliaia di immigrati di seconda o terza generazione che affollano le periferie di Parigi o Bruxelles, dove in pratica esistono vere e proprie enclavi extra-europee sia a livello etnico, sia a livello religioso-culturale. Una situazione del genere anche in Italia impedirebbe dunque l’attuazione dell’unico strumento che ha lo Stato per allontanare almeno quei soggetti ritenuti pericolosi, ovvero le espulsioni. Trovarsi di fronte decine di migliaia di individui anche solo nominalmente cittadini italiani impedirebbe ovviamente qualsiasi tipo di ipotesi di allontanamento o reazione, condannando ancora di più i destini di un popolo, sia esso italiano o europeo, già oggi duramente messo in discussione nella sua stessa composizione etnica. Il Partito Democratico dal 15 giugno avrà in mano una grande responsabilità, ma se i presupposti sono quelli che conosciamo non possiamo che immaginare un futuro fatto di ghetti, violenze, disuguaglianze, etniche, sociali e culturali sempre più marcate. (altro…)
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