I numeri hanno il pregio di non mentire, e di essere difficilmente interpretabili dal filtro della politica di regime. Ed i numeri che riguardano l’immigrazione in Italia parlano chiaro: secondo il Viminale sono 174.699 alla data del 14 novembre, le persone arrivate in Italia dal primo gennaio di quest’anno.
Siamo davanti ad un continuo trend positivo degli sbarchi, checché ne dica il Governo tramite i suoi comunicati stampa: già nell’aprile scorso erano aumentati del 25%, il picco degli arrivi poi si è avuto ad agosto, complice il bel tempo nel Mediterraneo, con circa 26mila persone sbarcate, o sarebbe meglio dire prese in mare e portate a terra. Quello che si evince dai dati sugli arrivi è il fatto che da quando sono state istituite le varie missioni di salvataggio in mare, il numero di arrivi è aumentato esponenzialmente; questo non significa che auspichiamo che questa gente muoia in mare, ma è chiaro a tutti che il “servizio traghetti” offerto dalla Marina Militare coadiuvata da quelle di altri Paesi europei, ha avuto il solo effetto di aumentare le persone disposte a intraprendere questo viaggio, e quindi sta, parimenti, aumentando i profitti di chi campa con questo traffico illegale di uomini.
Perché il problema è che quasi tutti i Paesi europei stanno aiutando la Marina Militare nel recupero in mare aperto, ma sarebbe meglio dire al limite delle acque territoriali libiche, degli immigrati ma nessun Paese si sta prendendo la propria quota come da accordi internazionali, limitandosi a scaricarli nei nostri “hot spot”, come vengono chiamati, da dove vengono ridistribuiti in Italia con il progetto di “Accoglienza Diffusa” del Ministero dell’Interno. Accoglienza diffusa che dovrebbe essere nel limite del 3 immigrati ogni mille abitanti, ma che è stato ampiamente superato in più di una occasione, anche in realtà locali molto piccole con tutti i problemi di degrado e sicurezza che ne conseguono. Al primo posto nella classifica di regione più “accogliente” troviamo la Lombardia, col 13% del totale pari a circa 23mila persone, seguita dal Lazio col 9% (14.900) e dalla Sicilia con l’8% (13.300), ultime il Trentino Alto-Adige con l’1% (1494) e la Valle d’Aosta con lo 0,2% (289). Numeri che rappresentano solo la punta dell’iceberg, perchè si tratta degli immigrati attualmente ospitati nelle strutture di ricezione, e non conteggiano tutti coloro che, passati i sei mesi rituali di soggiorno nei centri di accoglienza, vengono lasciati liberi di circolare senza una fissa dimora.
(tratto da Il Primato Nazionale) (altro…)
(Francesco Carlesi -Stato e Partecipazione) La polemica riguardante gli interventi in campo sociale e previdenziale del fascismo non accenna a placarsi dopo 80 anni, rimanendo preda di una superficiale battaglia politica. L’esempio più recente è firmato dal bresciano Fausto Leali, […]
La nostra pagina instagram è stata cancellata, casualmente(?) subito dopo l’interessamento di Paolo Berizzi con un articolo edito da “La Repubblica”. L’autore, con più di un mese di ritardo, si è accorto della nostra “Brescianistan school cup”. Ma cos’era? Perchè […]
La Provincia di Brescia conta, al censimento del 1° gennaio 2017, 5261 immigrati cinesi, ovvero il 3,3 % dei 158.585 stranieri ivi residenti, nel capoluogo ne risultano dichiaranti 2387 [1], come dobbiamo analizzare questi dati ? Che problemi o conseguenze […]