Apprendiamo in questi giorni, tramite i quotidiani locali, che quella che fino a poco tempo fa era un’intenzione diventerà realtà , infatti, il general manager italiano di Starbucks, tale Giampaolo Grossi, ha ufficializzato che la catena a stelle e strisce sbarcherà sul mercato Bresciano.
Se volevate un articolo che ne tessesse le lodi, qui non lo troverete, anzi, prendiamo una linea di pensiero totalmente differente da tutti i giornali “allineati”, questo per le varie motivazioni che vi illustriamo.
Cominciamo da quello che è il primo chiodo fisso nella testa dei sostenitori di Starbucks, ovvero il fatto che la catena crei occupazione, crei posti di lavoro.
Deduzione veritiera ma, analizzandola a fondo, dobbiamo considerare quale è il prezzo dell’occupazione creata.
Pensate a tutte le caffetterie e a tutti i locali del Centro, costruiti con la passione e la dedizione di chi poi spende il proprio tempo nella gestione e l’amministrazione di quello che per tanti anni, a volte per una vita intera, è stato il suo lavoro, svuotate da un colosso internazionale anonimo e senza un volto, del quale il proprietario con tutta probabilità Brescia non sa nemmeno dove sia… (altro…)
Continuando la nostra analisi non possiamo non considerare il fatto che questo è un ulteriore tassello verso la distruzione del multiculturalismo, infatti, passo dopo passo, McDonald’s dopo McDonald’s, H&M dopo H&M, stiamo diventando la fotocopia di quel modello americano che TV e giornali ci martellano in testa e ci spingono ad idolatrare, portandoci a considerarlo il bene.
Noi, invece, ricordiamo che Brescia é culla di importanti tradizioni, da quelle enogastronomiche, passando per quelle sartoriali fino ad arrivare a quello che è un simbolo di italianità nel mondo, il nostro caffè!
Perché, per chi non lo sapesse, la nostra città è terra di grandi maestri del caffè, aziende che lavorano su tutto il territorio nazionale ed esportano i loro prodotti, considerati eccellenza italiana e bresciana.
La Brescia che vogliamo è una città che possa presentarsi al mondo facendo conoscere le proprie peculiarità, potendo lavorare e vivere di queste peculiarità con fierezza, non certo una città che con gli anni perda i suoi connotati, per finire ad essere ridotta in futuro ad un’anonima rivendita.
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